mercoledì 13 gennaio 2016

[bɾaˈziw]

Non tutti hanno la fortuna di vivere nel primo mondo e di poter godere (almeno in via teorica) di privilegi quali cibo-spazzatura a volontà, pomeriggi negli acquapark e computer con proci multicore su cui giocare a fare la guerra senza dover strisciare per davvero nel fango. In paesi dei quali all'occidentale medio interessa relativamente poco, la tecnologia ha dovuto per forza percorrere strade più impervie; l'esempio delle nazioni oltrecortina è il primo che viene in mente, coi loro Spectrum clonati e i loro Dendy. Ma c'è un altro posto che ha sviluppato la sua peculiare identità informatica: il Brasile.

Ora, il Brasile è un posto strano. Vastissimo, eterogeneo ai limiti dell'impossibilità, paurosamente disorganizzato, fieramente autarchico. Dal punto di vista tecnologico è, un po' come il Giappone, patria di un buon numero di prodotti mai visti fuori dai suoi confini; i motivi di questo fenomeno sono però diversi, e per la roba brasiliana trattasi semplicemente del fatto che nel resto del mondo le loro console non hanno mai potuto avere alcun mercato: tutto troppo obsoleto. La causa? Beh, lo sviluppo informatico di quella landa è stato significativamente plasmato dalle draconiane leggi sull'importazione della tecnologia, che hanno reso decisamente più a buon mercato creare i computer in loco piuttosto che comprarli da fuori. Accumulando, in questo modo, un bel ritardo sul resto del mondo...

L'ecosistema videoludico brasiliano, vessato dalle ristrettezze, si è ovviamente rivelato un valido serbatoio per la pirateria (sia hardware che software), il cui impatto a livello internazionale è stato però molto meno significativo rispetto a quello dei "giganti" asiatici. C'è però chi ha preferito operare nell'ambito della legalità: in questo senso, un ruolo cardine nella creazione di nerdacci lusofoni l'ha avuto la società paulista Tec Toy, che tramite un accordo con Sega dalla fine degli anni '80 riuscì ad avviare la produzione di Master System locali regolarmente licenziati. L'inaspettato accordo con la Tec Toy fornì alla Sega sbocco in un mercato non particolarmente appetito e ancora relativamente vergine, al punto da rendere il Brasile la nazione più proficua per Sonic e compagni, praticamente l'unica dove la Nintendo abbia avuto la peggio contro l'eterna rivale. Data la vasta presenza di ceti a scarso reddito, per la Tec Toy la produzione e vendita di cloni SMS e MD a bassissimo costo è ancora oggi una scelta redditizia. Pensate che in Brasile -e solo lì- potete accattarvi un Mega Drive III (sorbole!); peccato che ormai le cartucce siano sorpassate anche lì, e da vari anni ormai queste console non sono altro che reingegnerizzazioni su singolo chip.


La Tec Toy si è occupata anche di software, avvalendosi di diverse opzioni: importazioni pure e semplici, traduzioni, localizzazioni (Wonder Boy ad esempio ha visto i propri personaggi sostituiti con quelli di un fumetto locale) o addirittura realizzazione in proprio. Come dicevo più su, molta roba dal paese non è mai uscita ed è molto ricercata dai collezionisti di tutto il mondo. Ad attrarre è ovviamente la rarità, perché sulla qualità non di rado si può questionare. Lo dimostra un titolo tutto tectoyano come 20-em-1 (Master System), una multicart che pare fare il verso a tutte quelle assurde cartucce -soprattutto per Famicom- con compilation di vari giochi più o meno piratati. 20-em-1 se non altro ha 20 giochi rigorosamente originali, ma tutti orrendamente privi di qualsiasi attrattiva, quasi una versione scipita di Action 52 (ma senza il fascino perverso del teratoma ludico della Active Enterprises). La grafica è piattissima stile MS Paint, e l'esperienza ludica rimanda agli albori delle varianti single-player di Pong.



Va meglio quando ci si butta sulle importazioni, anche se ovviamente ci sono titoli migliori e titoli peggiori. Ma non siamo qui per parlare dei giochi che hanno visto tutti: ci sono siti più snob per questo, tzè, e comunque chissenefrega di sapere che Sonic per Megadrive è stato distribuito anche in Brasile? Ci sono cose più interessanti da osservare, per esempio che solo in questa nazione potete imbattervi in Earthworm Jim per Master System. Per la verità, non si tratta di altro che di una conversione dall'edizione per Game Gear, quest'ultima prodotta da una ditta inglese (Eurocom) per i mercati occidentali (anche se credo sia comunque di difficile reperibilità); Eurocom si è probabilmente occupata anche di portare il codice relativo su SMS -del resto SMS e GG sono in pratica la stessa macchina, non proprio un lavoraccio insomma. Il perché sia stata venduta solo in Brasile non lo so con certezza, ma posso immaginarmi delle validissime risposte. Il gioco in sé, comunque, non è venuto troppo male, considerando le differenze dell'hardware tra la piattaforme originali (che, vi ricordo, erano 16-bit) e il povero Master System...



Saliamo di un gradino, cioè al Mega Drive, dove incontriamo Nightmare Circus. Un po' come per l'EWJ di cui sopra ci troviamo ancora davanti ad un titolo non locale rilasciato solo in Brasile; a differenza del gioco Shiny, però, NC non è una conversione ma un gioco originale nato e rimasto su MD, quindi è di fatto un gioco praticamente sconosciuto al resto del mondo. NC venne sviluppato nel '91 dalla norvegese Funcom (oggi nota soprattutto per il MMORPG Age of Conan): trattasi di un picchiaduro a scorrimento con elementi platform, caratterizzato da difficoltà proibitiva e una cronica mancanza di carisma e attrattiva. La Tec Toy è stata l'unica casa di distribuzione al mondo a vederci qualcosa di vendibile, apparentemente.



Last but not least, un grandissimo classico: Duke Nukem 3D! Ancora un titolo importato, benché pesantemente modificato dai brasiliani al punto che si potrebbe quasi parlare di un nuovo gioco con nemici e ambienti "somiglianti" a quelli di DN3D (data la grafica rudimentale dell'accrocchio è difficile usare aggettivi più generosi). Due episodi su tre sono stati rimossi e i livelli dell'episodio superstite (quello nella base spaziale) sono stati ridisegnati e semplificati. DN3D per Mega Drive tecnicamente si difende sorprendentemente bene -la grafica ha una sua serafica dignità-, richiede una buona dose di allenamento e può garantire qualche attimo di svago se si riesce a dimenticare com'è la versione originale. Il motore grafico non è il Build e non è improbabile che tutto il gioco sia una "total conversion" costruita partendo da un altro titolo (Zero Tolerance della Accolade). Comunque amen.




Ci vorrebbe un bel commento di chiusura sull'attività della Tec Toy, ma adesso ho troppo sonno. Buonanotte gente.

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