domenica 28 febbraio 2016

Mangia' (Atari 2600, 1983)

Italiani, spaghetti pizza mandolino mafia. Una cosa bella della sagra degli stereotipi è che colpisce tutti indistintamente: i giapponesi nerd, i francesi con la baguette, gli africani col ritmo nel sangue, i coreani coi cani nel piatto. Gli italiani hanno una bella lista di tropi da portarsi dietro, e non è forse poi così strano che qualcuno abbia pensato di prenderne uno -l'amore per la pasta, nientemeno- e farci un videogioco. Ci voleva comunque una mente un po' contorta per avere un'idea del genere, e il gioco che ne è uscito lo dimostra assai bene.

Mangia' venne prodotto dalla statunitense SpectraVision nel 1983 e distribuito unicamente in Nordamerica. Per la serie "cominciamo bene" già il nome suscita perplessità: cosa rappresenta l'apostrofo? Considerata la scarsa attitudine anglofona a maneggiare gli accenti, resta il dubbio di trovarsi davanti ad un'elisione anziché ad una parola tronca: solo che "mangià" non è neanche una parola vera, mentre "mangia' " -che ha quantomeno una sua dignità dialettale- non ha alcun senso nel contesto. Il manuale leva ogni dubbio nel modo peggiore, dato che se ne estrapola questa riga:

" Eat! Eat - Mangia'! Mangia'! Come on it's good for you!! "

Per la SpectraVision (o almeno per l'anonimo programmatore del gioco) "mangia' " è l'imperativo di "mangiare" per la seconda persona singolare. Beh, dai, quasi indovinato...

Lasciando da parte 'ste stronzate da cruscante della domenica, passiamo al software. Mangia' è un... mah... diciamo pure un puzzle game di stramba fattura. La schermata è fissa e inquadra un sobrio soggiorno arredato con un tavolo e una sedia. Una musica che diventa insopportabile dopo pochissimi picosecondi risuona in sottofondo. Un brutto quadro picassiano e una finestra ornano l'unica parete visibile, mentre quattro loschi figuri popolano la sala: una donna, suo figlio, un cane e un gatto (ok, il gatto è in realtà fuori dalla finestra, ma non sottilizziamo). La mamma porta piatti di pasta al suo bimbo, il suo bimbo -che è seduto al tavolo- deve mangiarli, il cane e il gatto ciondolano dentro e fuori lo schermo. Ah, secondo mistero del gioco: stando al manuale il cane si chiama Sergio e il gatto Frankie; si suppone quindi che siano sempre gli stessi due individui, ma ogni volta che riappaiono il loro colore cambia. Come sarà possibile?
Va beh, veniamo alla meccanica di gioco, in realtà estremamente semplice benché efficace. La mamma porta la pasta al bimbo, come già detto, ma c'è un problema: già nel primo livello ne ha preparato 30 piatti, quantità eccessiva per la creatura che può reggerne al massimo 20 (alla faccia...). La genitrice fa continuamente la spola tra cucina e tavolo ed ogni volta porta un piatto, e se sul tavolo se ne accumulano 10 il mobile cederà per il peso. Combattuto tra il non poter mangiare tutta la pasta (cosa che finirebbe per ucciderlo) e il non poterla lasciare stare (per non distruggere il tavolo), il figlio dovrà sovente prendere una terza strada: gettare il cibo agli animali.
Sta a noi controllare le scelte del bimbo, e il gioco sta tutto qui. Sostanzialmente si tratta di prendere un piatto dal tavolo e lanciarlo al cane o al gatto, e continuare fino a quando la scorta di pasta è esaurita (c'è un contatore che ce lo ricorda sempre). Lanciare cibo agli animali è rischioso perché non solo va fatto quando gli animali sono al posto giusto, e già questo è problematico, ma anche quando la mamma è di spalle; ovviamente gli esseri pelosi hanno la tendenza ad apparire e scomparire nei momenti meno adatti, il che obbliga a mangiare alcuni dei piatti di pasta se non vogliamo che se ne accumulino troppo e il tavolo crolli. Se questo succede, o se il bimbo mangia 20 piatti di pasta (cosa che provoca la versione atariana del destino di mister Creosote, gh...) si perde una vita delle tre disponibili. Se invece veniamo colti dalla madre a scartare cibo, o se gli animali non lo raccolgono perché lo lanciamo nel momento sbagliato, saremo puniti con la consegna di tre piatti contemporaneamente e l'innalzamento del totale complessivo di piatti da smaltire (quindi i 30 piatti totali del primo livello diventano 33).

Sostanzialmente non c'è altro. Un gioco abbastanza involuto già ai tempi in cui uscì, Mangia' non ebbe a quanto pare grande successo. AtariAge segnala un indice di rarità pari a 10/10 (unbelievably rare), e nonostante l'attuale mondo dell'emulazione resta a tutt'oggi un titolo piuttosto oscuro. Risulta però divertente per qualche minuto, e una tangibile prova dell'incredibile caos di idee che regnava nel mondo del videogame in quegli spensierati eighties.