giovedì 19 novembre 2015

Frightmare (C64/Spectrum, 1988)

Un difetto che ho sempre apprezzato nei cari vecchi videogame di una volta -diciamo soprattutto nei primi due terzi degli anni '80- è il dilettantismo. Cioè, come dire, il fatto che ancora il mercato non si fosse espanso fino alla necessità di dover anteporre il budget (e posporre il marketing) al semplice prodotto "videogioco" in sé. Lo so, non mi sto spiengando per niente;  quel che sto dicendo si riferisce fondamentalmente al proliferare incontrollato di una quantità elevatissima di titoli e generi (e perfino certe piattaforme), tutti fuoriusciti da software house spesso contraddistinte da scarsissime capacità di pianificazione e tanto pressapochismo. Il controllo qualità ai tempi era fondamentalmente un optional. Il continente videogame era ancora in gran parte inesplorato, e i primi pionieri erano non di rado parecchio disorganizzati. Beninteso, non che gli errori non si facciano anche oggi (almeno suppongo, seguo poco il mercato odierno...), ma la mentalità dell'ambiente si è senz'altro irreggimentata. Così se nel ventunesimo secolo un titolo come Big Rigs fa sicuramente scalpore -una demo buggata può divertire, ma non quando te la vendono (anche se io ho una teoria più "complottista" al riguardo)-, anni addietro i prodotti subottimali erano più numerosi e insidiosi.
Così magari la presto obliata Cascade fa uscire, nel 1988, Frightmare su C64, Spectrum e PC. Platform a tinte horror senza particolari meriti, difficile anche per i motivi sbagliati (controlli farraginosi, armi deboli, nemici eccessivamente tosti, bastardissimi vicoli ciechi), Frightmare non raggiunse mai una grande celebrità, ed oggi è pressoché dimenticato. Ha dalla sua, almeno su biscottone, un'atmosfera interessante, con tutti i cliché del caso, secondo me ben aiutata da una grafica non troppo elaborata, e un bizzarro sistema di punteggio che, invece di essere numerico, indica stati come "Bad dreams", "Horrible nightmare" e robe del genere: alzare il punteggio si traduce in un peggioramento dello stato onirico. Folkloristico.
Quello che collega Frightmare al mio sproloquio iniziale è il sistema di avanzamento del gioco. La trama ci vede addormentati e intrappolati in un incubo, dal quale ci risveglieremo solo facendo visitare al nostro avatar tutte le stanze del gioco. Un indicatore mostra l'ora della notte in cui ci troviamo: all'inizio è mezzanotte in punto, e la scoperta di ogni nuovo livello fa avanzare l'ora di 6 minuti; il gioco termina quando si arriva alle 8 e 12 minuti: la sveglia suonerà ponendo fine all'orribile notte. Il problema è che il gioco ha 79 stanze, e basta fare due conti per accorgersi che si può arrivare al massimo alle 7 e 54. Mancano ventiquattro minuti di gioco, cioè quattro stanze! Playtesting, questo sconosciuto: questi tizi hanno scritto un intero videogioco senza accorgersi -o peggio ancora, senza curarsi del fatto- che NON È ASSOLUTAMENTE POSSIBILE FINIRLO! E l'hanno tranquillamente MESSO IN VENDITA!
Favoloso.


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