Così magari la presto obliata Cascade fa uscire, nel 1988, Frightmare su C64, Spectrum e PC. Platform a tinte horror senza particolari meriti, difficile anche per i motivi sbagliati (controlli farraginosi, armi deboli, nemici eccessivamente tosti, bastardissimi vicoli ciechi), Frightmare non raggiunse mai una grande celebrità, ed oggi è pressoché dimenticato. Ha dalla sua, almeno su biscottone, un'atmosfera interessante, con tutti i cliché del caso, secondo me ben aiutata da una grafica non troppo elaborata, e un bizzarro sistema di punteggio che, invece di essere numerico, indica stati come "Bad dreams", "Horrible nightmare" e robe del genere: alzare il punteggio si traduce in un peggioramento dello stato onirico. Folkloristico.
Quello che collega Frightmare al mio sproloquio iniziale è il sistema di avanzamento del gioco. La trama ci vede addormentati e intrappolati in un incubo, dal quale ci risveglieremo solo facendo visitare al nostro avatar tutte le stanze del gioco. Un indicatore mostra l'ora della notte in cui ci troviamo: all'inizio è mezzanotte in punto, e la scoperta di ogni nuovo livello fa avanzare l'ora di 6 minuti; il gioco termina quando si arriva alle 8 e 12 minuti: la sveglia suonerà ponendo fine all'orribile notte. Il problema è che il gioco ha 79 stanze, e basta fare due conti per accorgersi che si può arrivare al massimo alle 7 e 54. Mancano ventiquattro minuti di gioco, cioè quattro stanze! Playtesting, questo sconosciuto: questi tizi hanno scritto un intero videogioco senza accorgersi -o peggio ancora, senza curarsi del fatto- che NON È ASSOLUTAMENTE POSSIBILE FINIRLO! E l'hanno tranquillamente MESSO IN VENDITA!
Favoloso.
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