sabato 19 settembre 2015

Brataccas (ST/Amiga, 1986)

Personalmente non ho mai amato eccessivamente la Psygnosis. Lo ammetto, un po' sarà stato per l'imprinting dovuto al fatto che il loro primo gioco che provato è stato l'orripilante Rascal (platform 3D per Playstation), quindi sono prevenuto; però le attribuisco il demerito di essere stata una delle prime softhouse ad avere avviato il trend "più grafica, meno gameplay": dite quello che volete, ma a me i SotB (giocabilisticamente parlando) sono sempre sembrati poca roba.

L'inizio della storia di Psygnosis era stata più promettente, con l'ambiziosissimo e ormai semidimenticato titolo d'esordio Brataccas. Progettato inizialmente per Sinclair QL (la quadricromia bianco/nero/rosso/verde del gioco credo sia un residuo vestigiale di quell'origine), venne poi passato su altre piattaforme m68k: prima ST, poi Amiga e Mac. Brataccas vede il nostro avatar, lo scienziato Kyle, aggirarsi per un mondo ostile e distopico che lo crede un fuorilegge, e ne quale deve cercare prove che dimostrino la sua innocenza. Brataccas ha il suo punto di forza nell'enorme ambientazione, il vastissimo asteroide omonimo (anche se le location sono tutte degli interni, come se fosse un unico sterminato edificio costruito sul pianetino...) popolato da gente che vive la propria vita e con la quale interagire (a proprio rischio e pericolo). Una sorta di avventura/gioco di ruolo cyberpunk che getta i semi per i free-roaming di tanti anni dopo, Brataccas avrebbe potuto avere un buon successo, ed è un peccato che non sia stato così; il motivo non è un mistero: 1. il sistema di controllo è IMPOSSIBILE -Kyle non fa quello che gli si dice neanche a piangere in turco-, 2. bug come se piovesse.

Eh, non tutte le ciambelle riescono col buco.


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